mercoledì 16 settembre 2009

Due Paroline sulla composizione

Ciao, così, tra me e me, butto giù quello che mi ricordo di aver letto circa la composizione fotografica... Siccome sarò tanto somaro da dimenticare sicuramente qualcosa, vi invito a partecipare, aggiungendo quello che sapete, in modo da poter lasciare qui qualcosa di utile a tutti quelli che si avvicinano alla fotografia...
Partiamo? ... Allora vado?
Va bene, vado! Per rendere maggiormente leggibile una foto, in modo da guidare l'attenzione dell'osservatore attraverso la lettura della stessa, si può ricorrere ad alcuni stratagemmi, ma prima, facciamo una piccola divagazione sui formati, eh, sì, anche il formato ha la sua importanza, anzi, gioca un ruola, a volte, fondamentale.
Quadrato o rettangolare? Beh, questo è un quesito al quale si risponde solo in due modi:
1) ero lì, e avevo solo al rollei....
2)ho scelto questo piuttosto che quello perchè....
Beh, sappiate che solitamente una foto dovrebbe nascere in un formato piuttosto che in un'altro per scelta espressiva. Pare strano, ma anche la scelta del formato concorre alla resa a livello espressivo di una foto. si parla di una vera e propria scelta comunicativa, non si fa una foto quadrata perchè "rettangolare non mi piaceva", o almeno, non si dovrebbe!
Nel formato quadrato, per esempio, regna la simmetria, la sua proporzione perfetta, è sinonimo di staticità, tranquillità. Tipicamente si sposano bene col formato quadrato immagini in cui la centralità del soggetto, unito ad un certo rigore simmetrico, dovrebbero esserne protagoniste.
Per contro, il formato rettangolare (il 2/3, per esempio) è squilibrato dal punto di vista dei rapporti, ed è sinonimo di dinamicità, di tensione emotiva.Una nota storica, il formato 135mm oramai re del formato 2/3 nacque per il reportage, un genere fotografico dove raramente si ricercava la precisione delle forme o il rigore geometrico.
In questo formato la regola dei terzi, fa da padrona, unita alla ricerca del punto di fuga o a composizioni tipicamente dinamiche.

Verticale o orizzontale? beh, per il formato quadrato, direi che il problema non si pone.... per il 2/3 invece sì. Allora, il manuale, dice.... aspetta, pagina 15.... no! 17 (azz, porta pure sfiga...) beh, dice che: per il formato 2/3 si prediligono le inquadrature sviluppate in orizzontale per la ricerca della dinamicità, si, vabbè, questo lo avevamo già detto.... lo so, lo so... state calmi un attimo! Ah, ecco... la scelta del formato verticale si sposa bene con le foto in cui si vuole enfatizzare un senso di ascensione... di elevamento.
ricapitolando: il panorama dietro al bar lo fotografate in orizzontale mentre proverete ad acchiappare l'anima dello zio Pino (pace all'anima sua) con un bel formato verticale... ok, fino qui, tutto chiaro... ma quando compongo una foto ci sono altre regole? boh, direi proprio di sì, anzitutto bisogna ricorrere ad un trucchetto che hanno imparato i nostri 'antenati', quelli che dipingevano... la regola dei terzi, o la cosidetta ricerca del punto aureo.
Beh, per farlo, in maniera semplice, basta suddividere il fotogramma con delle linee immaginarie che lo solchino in orizzontale ed in verticale in modo da suddividerlo in tre fette... fffff-fatto?? Bene! Sappiate che l'occhio del babbeo che guarda la vostra foto cadrà esattamente, prima in corrispondenza dei punti di incrocio di queste line e poi, sempre che la foto meriti, indugerà su di essa, per cercare tutti gli altri dettagli.
Per farlo in maniera complicata, prendete la calcolatrice, andate qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Rettangolo_aureo fate due conticini, per scoprire che la regola dei terzi è una semplificazione della ricerca del punto aureo, a conti fatti, il punto aureo o rapporto aureo, dovrebbe cadere vicino al nostro terzo.... insomma, applicate la regola dei terzi, che si fa prima!

A questo punto, rimagono da considerare altre due o tre cosette, la prima è che la maggior parte dei bipedi che popolano il mondo legge da sinistra a destra, e quindi il loro approccio alle nostre belle foto, sarà inconsciamente il medesimo...
Altra cosa, ricordiamoci che la ricerca di un bel punto di fuga, un punto in cui le linee dominanti che compongono il fotogramma convergano verso un unico punto, posto possibilmente al di fuori del fotogramma, magari in corrispondenza di un angolo, dovrebbe essere coerente col senso di lettura del fotogramma... Questo stratagemma permette di acuire il senso di profondità percepito dall'osservatore e concorre a generare tensione emotiva, dinamicità e facilità di lettura.

Potrebbe poi essere carino cercare di aiutare la lettura del fotogramma utilizzando il fuoco selettivo, ma per farlo occorre avere degli obbiettivi molto luminosi, oppure usare un tele, che sfoca molto. Magari, se interessa, questo tema relativo alla scelta dell'obbiettivo, potremmo trattarlo in un altra occasione....
ora veniamo ad un concetto banale ma prezioso: Poco ma buono. in quel fotogramma, ficcateci poche cose, in modo da non confondere l'osservatore. Facendo così ci semplificherete la vita non poco, col tempo, quando vi sarete impratichiti, potrete via via misurarvi con delle situazioni più complesse.

Passiamo ora alla distribuzione dei volumi, questo è un concetto che secondo me è estremamente soggettivo, io credo che dal putno delle volumetrie, un fotogramma debba rispecchiare grossomodo quanto detto per i discorsi della dinamicità del fotogramma. Su questo sarei felice di sentire il parere di qualcuno più esperto di me.

Certo che questo non è il Vangelo, è proprio l'ABC della composizione.
Nel salutarvi, vi confido che se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, avete vinto un orsetto di pelouche con la faccia di Antonio, il nostro (paziente) Admin....

Spero di non avervi annoiati troppo e di aver scritto qualcosa di sensato, magari se mi dite se è il caso di scrivere ancora sul tema, preparo la prossima puntata; titolo: le "tagliatelle alla bolognese" che ne dite?


Alberto.

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