mercoledì 16 settembre 2009

Due Paroline sulla composizione

Ciao, così, tra me e me, butto giù quello che mi ricordo di aver letto circa la composizione fotografica... Siccome sarò tanto somaro da dimenticare sicuramente qualcosa, vi invito a partecipare, aggiungendo quello che sapete, in modo da poter lasciare qui qualcosa di utile a tutti quelli che si avvicinano alla fotografia...
Partiamo? ... Allora vado?
Va bene, vado! Per rendere maggiormente leggibile una foto, in modo da guidare l'attenzione dell'osservatore attraverso la lettura della stessa, si può ricorrere ad alcuni stratagemmi, ma prima, facciamo una piccola divagazione sui formati, eh, sì, anche il formato ha la sua importanza, anzi, gioca un ruola, a volte, fondamentale.
Quadrato o rettangolare? Beh, questo è un quesito al quale si risponde solo in due modi:
1) ero lì, e avevo solo al rollei....
2)ho scelto questo piuttosto che quello perchè....
Beh, sappiate che solitamente una foto dovrebbe nascere in un formato piuttosto che in un'altro per scelta espressiva. Pare strano, ma anche la scelta del formato concorre alla resa a livello espressivo di una foto. si parla di una vera e propria scelta comunicativa, non si fa una foto quadrata perchè "rettangolare non mi piaceva", o almeno, non si dovrebbe!
Nel formato quadrato, per esempio, regna la simmetria, la sua proporzione perfetta, è sinonimo di staticità, tranquillità. Tipicamente si sposano bene col formato quadrato immagini in cui la centralità del soggetto, unito ad un certo rigore simmetrico, dovrebbero esserne protagoniste.
Per contro, il formato rettangolare (il 2/3, per esempio) è squilibrato dal punto di vista dei rapporti, ed è sinonimo di dinamicità, di tensione emotiva.Una nota storica, il formato 135mm oramai re del formato 2/3 nacque per il reportage, un genere fotografico dove raramente si ricercava la precisione delle forme o il rigore geometrico.
In questo formato la regola dei terzi, fa da padrona, unita alla ricerca del punto di fuga o a composizioni tipicamente dinamiche.

Verticale o orizzontale? beh, per il formato quadrato, direi che il problema non si pone.... per il 2/3 invece sì. Allora, il manuale, dice.... aspetta, pagina 15.... no! 17 (azz, porta pure sfiga...) beh, dice che: per il formato 2/3 si prediligono le inquadrature sviluppate in orizzontale per la ricerca della dinamicità, si, vabbè, questo lo avevamo già detto.... lo so, lo so... state calmi un attimo! Ah, ecco... la scelta del formato verticale si sposa bene con le foto in cui si vuole enfatizzare un senso di ascensione... di elevamento.
ricapitolando: il panorama dietro al bar lo fotografate in orizzontale mentre proverete ad acchiappare l'anima dello zio Pino (pace all'anima sua) con un bel formato verticale... ok, fino qui, tutto chiaro... ma quando compongo una foto ci sono altre regole? boh, direi proprio di sì, anzitutto bisogna ricorrere ad un trucchetto che hanno imparato i nostri 'antenati', quelli che dipingevano... la regola dei terzi, o la cosidetta ricerca del punto aureo.
Beh, per farlo, in maniera semplice, basta suddividere il fotogramma con delle linee immaginarie che lo solchino in orizzontale ed in verticale in modo da suddividerlo in tre fette... fffff-fatto?? Bene! Sappiate che l'occhio del babbeo che guarda la vostra foto cadrà esattamente, prima in corrispondenza dei punti di incrocio di queste line e poi, sempre che la foto meriti, indugerà su di essa, per cercare tutti gli altri dettagli.
Per farlo in maniera complicata, prendete la calcolatrice, andate qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Rettangolo_aureo fate due conticini, per scoprire che la regola dei terzi è una semplificazione della ricerca del punto aureo, a conti fatti, il punto aureo o rapporto aureo, dovrebbe cadere vicino al nostro terzo.... insomma, applicate la regola dei terzi, che si fa prima!

A questo punto, rimagono da considerare altre due o tre cosette, la prima è che la maggior parte dei bipedi che popolano il mondo legge da sinistra a destra, e quindi il loro approccio alle nostre belle foto, sarà inconsciamente il medesimo...
Altra cosa, ricordiamoci che la ricerca di un bel punto di fuga, un punto in cui le linee dominanti che compongono il fotogramma convergano verso un unico punto, posto possibilmente al di fuori del fotogramma, magari in corrispondenza di un angolo, dovrebbe essere coerente col senso di lettura del fotogramma... Questo stratagemma permette di acuire il senso di profondità percepito dall'osservatore e concorre a generare tensione emotiva, dinamicità e facilità di lettura.

Potrebbe poi essere carino cercare di aiutare la lettura del fotogramma utilizzando il fuoco selettivo, ma per farlo occorre avere degli obbiettivi molto luminosi, oppure usare un tele, che sfoca molto. Magari, se interessa, questo tema relativo alla scelta dell'obbiettivo, potremmo trattarlo in un altra occasione....
ora veniamo ad un concetto banale ma prezioso: Poco ma buono. in quel fotogramma, ficcateci poche cose, in modo da non confondere l'osservatore. Facendo così ci semplificherete la vita non poco, col tempo, quando vi sarete impratichiti, potrete via via misurarvi con delle situazioni più complesse.

Passiamo ora alla distribuzione dei volumi, questo è un concetto che secondo me è estremamente soggettivo, io credo che dal putno delle volumetrie, un fotogramma debba rispecchiare grossomodo quanto detto per i discorsi della dinamicità del fotogramma. Su questo sarei felice di sentire il parere di qualcuno più esperto di me.

Certo che questo non è il Vangelo, è proprio l'ABC della composizione.
Nel salutarvi, vi confido che se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, avete vinto un orsetto di pelouche con la faccia di Antonio, il nostro (paziente) Admin....

Spero di non avervi annoiati troppo e di aver scritto qualcosa di sensato, magari se mi dite se è il caso di scrivere ancora sul tema, preparo la prossima puntata; titolo: le "tagliatelle alla bolognese" che ne dite?


Alberto.

Sugli obiettivi

Eh, sisi, a volte nella vita, cari miei, bisogna essere proprio obbiettivi!
Mica come quelli là, quelli che non ci stanno a pensare due volte, non guardano nemmeno dove mettono la crocetta, e votano. Guarda che razza di governo ci si trova poi! No? una "b" sola, dite? Ulp! scusate, ma sapete, ad una certa erà, si perde il filo facilmente...
Dunque, dicevamo? ah, si, siamo qui riuniti per parlare, mangiare... si vabbè, ho capito, poi dopo mi sgridate perchè sono troppo deficiente e poco serio... allora facciamola finita! Vuoto il sacco subito: Siamo qui per parlare degli obiettivi.
OBIETTIVI??? sisi, sapete quei cosi che si mettono davanti alle macchine fotografiche? Quelli che quando sono fighi hanno anche il paraluce?
Si, dai! vi siete mai chiesti a cosa servono, oltre che essere dei chiari indicatori della frustrazione di ogni fotografo? fateci caso, più il fotografo l'è frustrato, più ce l'ha lungo... il teleobiettivo, naturalmente! Ma che avevate capito, maliziosi che non siete altro!
Vabbè, io, una volta che ho dipanato le mie frustrazioni con lo psicologo, ci ho pensato tanto e alla fine ho concluso che sevono per fare le foto. Bravo, eh? No, davvero, voi ci avete mai pensato? in effetti l'obiettivo, grazie al suo carattere, alle sue pecliarità, non concorre alla realizzazione della vostra foto dell'anno, ma ne è il principale protagonista ed arbitro!
Ragazzi, è un concetto vecchio, ben chiaro a tutti quelli che hanno usato l'analogico. Il digitale, un pochino, questo concetto lo ha inquinato. Vediamo come: beh, l'è semplice! quando si andava a pellicola, c'erano poche storie, il corpo macchina doveva avere l'esposimetro, un posto dove mettere l'obiettivo ed uno dove ficcare il rullino.... ora, col digitale è tutto un pò diverso, soprattutto perchè la macchina reflex dell'amatore medio, ora ha ANCHE un posto dove mettere l'obiettivo. quindi, in questo periodo di progresso (o meglio di gestione della nascita di un nuovo mercato) del digitale, anche il corpo dice la sua. Resta chiaro che il miglior investimento che si possa fare per il proprio corredo, restano sempre gli obiettivi, quelli, se scelti bene, vi dovrebbero durare una vita....

Consigli della zia Marisa:
Scelgliete sempre ottiche di qualità: mi raccomando di porre attenzione sul fatto che ottiche pensate per i sensori NON a pieno formato, andranno solo su macchine con sensori ridotti, appunto, mentre il mercato dell'elettronica sta marciando verso il full frame... Bella fregatura! e tutte le belle ottichine che mi sono comprato per la mia canon 40D quando prendo la 5D mark II le butto? Risposta: dipende! se avete preso obiettivi serie L (la serie bona della canon) siete sereni, altrimenti site grulli.... Svendete tutto il vostro parco ottiche, e ricomprate il tutto.... Gennarino canon (si, si chiama proprio gennarino )anche se, secondo me, con la coscienza un pò sporca, ringrazia. Il vostro portafogli invece, si dispera...

Bene, a questo punto, dopo questa piccola disgressione iniziale, si va a prendere un bel caffè!
....
.....
Fatto?
Ok, ora che siete ben satolli di caffeina, direi di ricominciare.
Inizierei ragionando su cosa sia un'obiettivo, proseguirei con un'infarinata dei concetti ottici che ne normano il funzionamento, quali le cose importanti da sapre circa il suo funzionamento, e poi, quando siete al settimo caffè, mi piacerebbe capire assieme a voi, quali dovrebbero essere i criteri per scegliere un'obiettivo piuttosto che un'altro.
Vi piace? Si? No? boh! Che mi importa! Si fa così lo stesso!
Allora vediamo vediamo... definizione di obiettivo... Ce l'ho!
Ecco quà, fresca fresca da Wikipedia: Il caso più semplice di obiettivo è costituito da un piccolo foro che consente il passaggio della luce a formare un'immagine all'interno di una camera oscura. Rispetto al foro stenopeico, gli obiettivi a lenti permettono di concentrare la luce sul piano focale e sono progettati per diminuire le aberrazioni ottiche."

Wow! interessante! vediamo vediamo... leggo... rileggo... piccolo foro... quello l'ho già, ci sta dentro il mio cervello! .... passaggio... luce... Foro.... Stenoqualcosa... Piano focale... Aberrazioni ottiche.... eh? Stenoche? Stenopeico! mmmmm sappiamo tutti cosa è un foro stenopeico, vero?
Come? ecco, lo sapevo che quel tonto del Pascale non lo sapeva!
Uffa, vediamo di dare un pò di definizioni per chiarezza:
Foro stenopeico: dal greco: (così me la tiro un pò) stenos opaios che significa dotato di un piccolo foro. Tutto qui... una scatola, da un lato il negativo, dall'altro il foro. Sempre a fuoco (Il diaframma di lavoro è altissimo)se volete approfondire andate qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Stenoscopia così, otre che scoprire che me la tiro senza sapere il greco, magari capite qualcosa di più.
"Pascale! Alla lavagna!"
"Le aberrazioni ottiche no...Le aberrazioni ottiche no....Le aberrazioni ottiche no...."
"Mi parli delle aberrazioni ottiche!"
"moan! Lo sapevo che dovevo fare fughino, oggi!"
"ecco, prof... permette? una wwwata e rispondo al volo!"
dunque... vediamo....
Per determinare la qualità di un sistema ottico occorrono i seguenti requisiti:
1 Nitidezza dell'immagine creata
2 Corrispondenza tra punto oggetto e punto immagine
3 Assenza dell'aberrazione cromatica

queste ultime si dividono in:

1)Aberrazione sferica : che è il difetto che in un sistema ottico con lenti sferiche porta alla formazione di una immagine distorta.
2)Aberrazione cromatica : è un difetto nella formazione dell'immagine dovuta al diverso valore di rifrazione delle diverse lunghezze d'onda che compongono la luce che passa attraverso il mezzo ottico. In poche parole, le immagini presentano ai bordi dei soggetti aloni colorati.
3)Astigmatismo dei fasci obliqui : mazza se è complicato questo! direi, per sommi capi che per non diventare astrofisici e per restare dei semplici fotografi, conviene limitarsi a sospettare che assieme al coma e alla curvatura di campo concorra alla distorsione prospettica delle immagini.
4)Vignettatura : beh, questa è semplice! La vignettatura è causata da una caduta di luminosità ai bordi dell'immagine.

Ecco fatto, a questo punto i casi sono due: o siete già sclerotici come il sottoscritto, o avete già mollato la lettura!
A beneficio degli sclerotici, vi comunico che abbiamo finito di porre le basi "tecniche" (non me ne vogliano quelli che ci capiscono veramente di ottica!) circa il funzionamento ottico degli obiettivi e cominciamo la seconda sezione di questa tortura di discorso.

So che siete un pò arrabbiati con me, ma le cose che ho introdotto prima è bene saperle e punto. Volete mettere quanto è figo poter dire "Questa foto soffre un pò di aberrazione cromatica" quando guardate le foto delle vacanze dei colleghi? Miao! Sapeste che impressione fa! Uhm! come? "figuraccia?" udìo! Sta a vedere che è per quello che a me le foto non me le fa vedere nessuno... mormorano tutti qualcosa che finisce per "patacca" mentre le nascondono....

Bene, dai, cominciamo a parlare di obiettivi, da fotografi e non da sedicenti "ottici"...
allora è semplice, ve la metto giù nuda e cruda:
Le ottiche migliori sono quelle fisse. In casa Leica (Leica e Zeiss, per chi non lo sapesse sono considerati i migliori produttori di ottiche) vale l'adagio che "meno roba c'è tra il soggetto e la pellicola (o il sensore) maggiore è la qualità dell'immagine ottenuta. Non a caso, il Zaiss tessar a quattro Lenti è un obiettivo che ha fatto la storia della fotografia!
Marò! ma il mio canon serie L ha 19 lenti in 7 gruppi... Beh, vero, è uno zoom, però... ragazzi, qui, purtroppo, c'è poco da fare: la fotografia è un compromesso. Se volete lo zoom dovete rinunciare ad un pochino di qualità.
Bene, dopo che mi sono preso la soddisfazione di farvi sentire a disagio perchè avete tutti comprato ottiche zoom ipercostose vi comunico due cose, tanto per farvi sentire più sereni:
1) tutti usiamo ottiche zoom con risultati strepitosi
2) usare ottiche fisse è meraviglioso ma meno pratico e non sempre economico.

A questo punto, i nonni della fotografia come me, possono sfoderare l'adagio adeguato al momento per trovare una giusta via di mezzo tra ottiche fisse/zoom mmmm mumble mumble... ah, ecco! ce l'ho: La regola del 3. Semplicemente si dice zoom sì, ma che non abbia una escurisone focale superiore al famoso tre per. Il fattore di ingrandimento deve essere minore o uguale a tre per (es: 70-200, 28-70 saranno perfetti, un 18/200 non molto... )
Perfetto, stabilito un criterio per scegliere il nostro obittivo spendendo bene i nostri soldini, eccovene un'altra: prediligete ottiche Luminose che abbiano una apertura di diaframma molto ampia su tutta l'escursione focale. (Nota: il diaframma massimo è dato dal rapporto tra il diametro della lente frontale e la lunghezza focale, tanto per buttarne un'altra nel mucchio delle cose da sapere per fare bella figura al circolo fotografico). Tra l'altro ricordatevi bene che dal valore di diaframma che scgliete dipende la profondità di campo, o campo nitido che è la zona della scena che riuslterà perfettamente a fuoco.

Detto tutto? Boh, direi che in linea di massima ho detto tutto!

Ora veniamo alla scelta dell'obiettivo...
Beh, sappiate che tutti gli obiettivi hanno una peculiarità fondamentale: si trovano sempre nel momento giusto nel posto sbagliato! Se vi serve un 28mm state sicuri che si trova, nel migliore dei casi, bello al calduccio nella borsa, mentre voi avete montato in macchina un molto più "testosteronico" 70-200 che sembra un fucile al plasma e viceversa. Io oramai ci ho rinunciato, uso sempre ottiche corte possibilmente fisse: un 28, un 35 ed un 50.
A parte questa cosa, vorrei farvi una domanda: ma quale è l'ottica così detta "normale"? vabbè, senza tante storie, ve lo dico io: per le reflex il 50mm, per le telemetro il 35mm (che, per chi non lo sapesse, ammesso che vi interessi, proprio grazie alle peculiarità delle leica è costruito come un normale quindi il 35 distorce come un 50!!)
Ma perchè Normale? boh, e che ne so io! andate a chiederlo a Gennarino Zeiss! (Pure lui Gennarino! pensa te, i casi della vita...) come? non risponde al telefono? Vabbè, sarà occupato, dai, ve lo dico io. Il 50mm ha una resa prospettica molto simile a quella dell'occhio umano. Ecco perchè gli si è appioppato il nomignolo di "normale".
Sembrerà una cretinata, ma questo è il primo punto dal quale partire per fare le nsotre considerazioni.
Mano a mano che scende la lunghezza focale, aumenterà l'angolo di campo (ci sta dento più roba) e aumenterà la profondità di campo a parità di diaframma.
Al contrario mano a mano che la lunghezza focale cresce, la profondità di campo (a parità di diaframma) cala tanto da ottenere degli sfocati molto accentuati. Ricordatevi anche che i teleobiettivi soffrono di una cosa che si chiama compressione dei piani, che significa che hanno una resa della tridimensionalità molto bassa.

Ragazzi, io mi sono perso... e fino a qui ci sono arrivato, spero di non essere il solo... Magari se la cosa ci interessa, proviamo a scrivere qualcos'altro, che ne dite?


Alberto

Bianco e nero versus colore!

Ciao a tutti!
Oggi vi tedio su una cosa interessante e tremendamente noiosa, anzi, noiosissima!
Si parla di colore e Bianco e Nero.... (vi prego, ignorate il fatto che il BN lo scrivo con la maiuscola, eh! E' più forte di me....)
Bene, allora: semplice: vi ricordate la foto della zia Marisa che fa il pane? ok, perfetto, come vi è venuta? "Ziiiiaaaaaa..." "o che voi, Albertino!" *CLICK* "ma te guarda, sempre a giocare con quelle cose lì! Ma quando è che cresci un pò?"
Ma porc! 'Na tazza! Poca vacca, 'na foto Tazza! colori pallidoni... brutta roba! e mò come fò? beh, semplice! la converto in bn, sai mai che poi non garbi pure al Saviozzi?
Beh, di solito non dovrebbe funzionare propriamente così; o meglio, non per voi che volete diventare dei bravi fotografi... (sì, vabbè, ci si prova, dai!) Anche, se come al solito, in fotografia, è vero tutto ed il contrario di tutto... quante volte si scattava a colori e si stampava in bn? io non l'ho mai fatto, ma sono certo che a qualcuno sia capitato! Mica si va in galera per quello!

Allora, forse, prima di parlare proprio di BN e Colore, forse, varrebbe al pena di fare una piccola digressione; aggiungiamo un ingrediente alle varie fasi della realizzazione di una foto: inseriamo un concetto che si chiama Fase progettuale. Ah! Faaaacile! questa la sò! vediamo: cateto per cateto per ... uh! com'era? ah! sisi, Motiplico per tre.... Riporto due? No? ma come! stai a vedè che è per questo che le mie foto non garbano al Saviozzi! LUI non sa che è un cateto!?!
Eh? come dite? PENSARE???? naaaaaaaaaa, dai! sta a vedere che per fare una foto devo pure pensare un pochino! Davvero????? Ebbene sì, cari miei, solitamente prima di fare una foto bisognerebbe pensare un pochino... pensate che i nonni come me, quelli che hanno cominciato a scattare in analogico, certe scelte le dovevano fare in partenza: che rullo metto su? Colori? Velvia? Kodak? Fuji (ma potevano inventarsi un nome più facile? non so mai dova va la "j"....) oppure BN? e anche lì: HP5 o trix? oppure Tmax o Delta? boh!
Ora, grazie al digitale, l'è tutto più facile, ma sarebbe, credo, propedeutico cominciare a farsi alcune domande prima di chiamare la Zia e del fatidico *CLICK*.... La prima che dobbiamo farci, è pensare se il risultato finale, dovrà essere una foto a colori o in BN.
Credo che questo dipenda in qualche misura dal fatto che sono due modi di approcciare la fotografia abbastanza diversi, proviamo a vedere dove stanno le differenze.....
Beh, il colore è più "ruffiano" anche perchè, noi ci vediamo a colori.
Il colore, inoltre, permette di giocare con i coromatismi si possono fare accotamenti che garbano o si può giocare sui contrasti.
ci sono poi infinite possibilità di spippolare le foto con plugin vari, il cross processing, ad esempio, fa figo da morì!

Il BN è molto più sintetico, quasi grafico... I puristi dicono che il colore, in una foto, è elemento di disturbo... i "colorati" replicano dicendo che quelli "slavati" (i bneristi) sono tristi! E via dicendo.

Ora, diciamo che per motivi storici, non scordiamoci che la foto è nata in BN ed il colore è venuto dopo, il BN è diventato negli anni, lo "stile" abbinato al reportage, per traslare, poi, verso una fotografia più "artistica" proprio perchè il concetto di astrazione dalla realtà è dato dall'assenza di colore.
Mentre il colore fu la nuova frontiera della fotografia relagando il bn ad un uso più di nicchia.

Ecco che abbiamo visto che esistono differenze tra i nostri due amici colori e BN, mi verrebbe quindi da supporre che vi siano aggettivi linguistici propri dell'uno o dell'altro.... Udio! l'ho sparata grossa! "Aggettivi linguistici" maaaaamma mia! ma che roba l'è?
Ecco, a dire il vero non saprei nemmeno io.... mi è scappata.... sob!
No, dai! Dunque, vediamo... il linguaggio è un mezzo tramite il quale si cerca di esprimere qualcosa, giusto? beh, Secondo voi si può dire che anche la fotografia ha un linguaggio? Dipende, direte voi! Esatto dico io dipende. Ed ora parliamo d'altro... avete visto che mito il nostro pres del consiglio? è riuscito ad infilare la prima gaffe sul neoeletto presidente degli Stati uniti, entro le 24 ore dalla sua elezione.... eh? come dite? "vuota il sacco bastardo?" mmmm significa forse che vorreste sapere da cosa dipende? Sob! Vabbè, è che non sono troppo preparato, ho paura di fare una figuraccia... vediamo: potrebbe dipendere, diciamo, da una scelta di base... o meglio, dal senso che si vuole attribuire alla fotografia: se la fotografia la consideriamo come uno strumento che serve alla produzione meccanica di immagini; ci sono "regole" abbastanza rigorose da applicare e gli aspetti intepretativi da parte dell'autore sono ridotti al minimo, per esmpio, l'esecuzione di una foto di Still Life, sottostà a regole ferree di gestione delle luci, di riflessi etc. Al contrario si potrebbe dire che la fotografia assurge al ruolo di forma documentaristica ed espressiva.

Bene (forse me la sono cavata senza fare una figuraccia....), ma scusate un attimo! se la foto di still è "normata" in un qualche modo da delle regole, posso dire che queste regole compongono il linguaggio fotografico proprio dello still? Circa! magari non proprio il linguaggio, ma ne sono la "grammatica" (spero di rendere l'idea). Beh, allora è facilmente supponibile che anche gli altri generi hanno la loro grammatica? certo! Ecco che abbiamo, alla bell'e meglio, introdotto il concetto di linguaggio fotografico, concetto che, in realtà è molto ma molto più ampio e ricco di accezioni, delle quattro cretinate che ho raccontato fino a qui. Pensate, ad esempio, che certe persone, cercano di piegare i mezzi che usano per realizzare le foto al proprio gusto personale, cosa che va dalla ricerca di una certa resa d'immagine, alla ricerca del proprio stile. Sapete che ganzo è quando ti dicono che le tue foto sono riconoscibili dallo stile? Forte! io le mie le riconosco perchè tutti gli amici a cui le ho regalate le hanno appese in bagno... che sia uno stile lassativo? Boh! Mi consolo pensando che sempre stile è!
Ma un momento! non eravamo qui per parlare di Berlusc...Ehm, no! di Colore e BN? Ah, già! è vero... dunque, vediamo.... allora, abbiamo parlato di differenze tra colore e BN. Abbiamo ipotizzato l'esistenza di un linguaggio fotografico... ma allora... allora la scelta del color eo del bn, comporta in una qualche maniera anche ad una scelta linguistica?
Beh, direi proprio di si, voi che ne dite?


Alberto

Che Rottura! (di regole...)

Eccoci qua, anche oggi preso e dalla poca voglia di lavorare, a parlottare tra me e me, come un cretino, davanti al monitor.
Dunque, oggi voglio parlarvi di composizione e rottura delle regole, nella speranza di non rompervi qualcos'altro...
Ma come! ancora compo? Dai! State buonini un attimo! provo di buttare giù qualcosina in più, nella speranza di aggiungere qualcosa a
quanto già detto ieri!
Vediamo, da dove comincio? ah, ecco! sarò breve: "Sin dalla preistoria, l'uomo ha sentito la necessità di comunicare, ne abbiamo un
bell' esempio osservando i graffiti rupestri..." ehm! l'ho presa un pò troppo alla larga? Ok, ok, allora, come al solito, partiamo
da alcune considerazioni...
La prima cosa da osservare è come noi approcciamo la realtà che ci circonda. beh, la prima cosa che viene da pensare, è che noi viviamo
la realtà essendovi immersi, guardiamo, sentiamo, annusiamo, tocchiamo... poi facciamo una foto, e quando la sviluppiamo, rimaniamo
delusi! di tutto quello che avevamo "visto" è riamsto ben poco!
Ma come! in quel momento la Zia Marisa che faceva il pane al forno era tanto bella... c'era il profumo del pane... l'ambiente....
la polvere della farina che mi ha imbrattato tutto il sensore, è stato così bello!
Beh, ecco la prima fregatura della questione "facci una foto": La macchina fotografica ci vede diverso da noi.
Bella roba direte voi! non ci vuole la scala per arrivarci... beh, confesso che io un pochino per arrivarci ci ho messo... allora vediamo:
che differenza c'è tra me e la mia macchina fotografica? beh, sicuramente io non vado a batterie.... e lei, anche se monto
il tele + tele che ho , non ha il nasone che ho io... (sob!) ci sono! lei ha un occhio solo! Eppoi, non è nemmeno dotata di tutti gli
altri miei sensi! che concorrono a farmi percepire una "visione" di qualcosa, che in realtà non è di solo visione composta....
Quindi... quindi ha una visione monoscopica, non stereoscopica come me, non ha il senso della profondità! sisi inoltre, non ha tutti
quei sensi che ho io e che concorrono a creare lo stato emotivo che provo io quando guardo la zia Marisa che fa il pane (il profumo del pane appena sfornato è fantasticooooooo!!!).

Ma allora, allora se ci vede da un'occhio solo, l'immagine che si ottiene è bidimensionale.... giusto? sisi, molto giusto!
Ecco che qui bisogna intervenire con quel pizzico di accorgimenti necessari per rendere la foto tridimensionale (qualora fosse necessario).
In aggiunta a quanto già detto nel 3d precedente, vorrei ricordarvi che la scelta dell'obbiettivo insiste in maniera decisa sulla resa
della tridimensionalità dell'immagine, al di là delle scelte compositive quali ricerca del punto di fuga, etc.
Bene apro un inciso circa la scelta dell'obbiettivo... eh, qui la cosa si fa complicata... pedestremente:
se la zia marisa è lontana monto il tele, se è vicina monto il grandangolo... sbagliato. O meglio, corretto se ponderato.
Beh, per scegliere l'obbiettivo giusto, occorre sapere come si comportano gli obbiettivi, in funzione della focale, in termini
di resa d'immagine: potremmo affermare che il tele "schiaccia" ed il grandangolo invece, rende maggiormente il senso di profondità?
Boh, io direi proprio di sì!
Il tele, per effetto della compressione dei piani, tende a rendere l'immagine particolarmente piatta.
Molti paesaggisti sfruttano questa carattersitica dei tele, per cercare il grafismo nei paesaggi.
Sorpresi? beh, io quando lo scoprii ci rimasi, pensavo che il binomio paesaggio-grandangolare, fosse uno standard.. per contro, il grandangolo
è un'ottica che si impone nel reportage perchè, grazie al fatto di poter abbracciare un ampio angolo di campo
(che per chi non se al tira vuol dire farci stare dentro più roba) ed alla distorsione prospettica da un senso di maggior immersione
nell'immagine, non a caso il mitico Robert Capa diceva: "se la foto non è venuta buona, vuol dire che non sei andato abbastanza vicino".
E nella foto architettonica? beh, nella foto di architettura, per essere proprio professionali bisognerebbe usare o un banco ottico
o un obiettivo decentrabile, in quanto entrambi permettono di compensare le linee cadenti.

Ora il discorso regge, ma voglio darvi qualche parametro per regolarvi... una volta si diceva che il 50mm ha una resa prospettica
simile all'occhio umano. da lì si cominciava... (io col 50 ho fatto svariati anni di foto tazza! oh! non che sia migliorato di molto col tempo, ma almeno adesso il tele ce l'ho!)
Per i vecchietti come me, il 24 è un grandangolare, il 21 è un grandangola re spinto .. il 10 semplicemente era impensabile!
Per il reportage e la foto in strada, usate un 35 o un 28 mm... altrimenti, per fotografare la nonnetta che fa la spesa con un ottica
più corta, va a finire che vi dovrete avvicinare talmente tanto che vi tocca pagarle la spesa!
Consigli per gli acquisti (baffetto, pelata, pancione....) : se siete rigorosi riguardo alla qualità dell'immagine, evitate gli zoom
con un'estensione focale della Madonna, es: 18/200 o simili se leggete un pò di recensioni, scoprirete che a 18 distorcono di brutto
e cha a 200 vignettano come una lomo... se siete zio Paperone e avete il portatore sherpa per portarvi in giro l'attrezzatura,
comprate tutte ottiche fisse io, per esempio, pur non essendo zio paperone, ma essendo lo sherpa di me stesso, uso solo un 35,
un 50 ed un 90 , altrimenti attenetevi alla regola del 3X.
il rapporto tra la focale massima e quella minima deve essere minore o uguale a 3. (non a caso lo zoom più venduto erano il 28/70 ed 70/210.... )

Ma come! si vede che sei proprio uno scarpone! Non ci hai parlato dei supergrandangolari che ora fanno tanto figo... che so, il 10mm.... o il 12...
daidai! quelli sono fighi! Li usa Anche Zefram... Ragazzi, calma.
Non scordiamoci che Zef, secondo me è nato con la macchina fotografica in mano, e che di esperienza ne ha da vendere...
Ricordatevi che i supergrandangolari, se non avete idee da vendere e una certa dosa di pratica, potrebbero rivelarsi
più problematici che propedeutici nello svolgersi di un percorso fotografico, noi siamo alle prime armi, no?
Pausa Caffè? sisi, pausa, anche perchè mi so che sto un pò rompendo le pallette... come ? che dite? resistete ancora un po?
Dai, allora proviamo a parlare della profondità di campo, vi va?
La profondità di campo è.... asp... ciumbia! non mi viene... asp! wiki... ecco!

"In fotografia, la profondità di campo nitido o semplicemente profondità di campo (abbreviato in PdC o DoF dall'inglese Depth of Field)
è la distanza davanti e dietro il soggetto principale che appare nitida (a fuoco). Per ogni impostazione dell'obiettivo, c'è un'unica
distanza a cui gli oggetti appaiono perfettamente a fuoco; la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti (verso il fotografo) e indietro
in direzione opposta)" forte! detta così sembra una roba seria! beh, forse lo è... vediamo perchè: probabilmente la profondità di campo,
se impariamo a dosarla, potrebbe diventare uno dei parametri che ci permettono di orientare lo sguardo del babbeo che guarda la nostra
foto, concorre, con lo sfocato, a dare un alone onirico alla nostra foto, personalmente, soprattutto nel bn, credo che lo sfocato vibri
su corde emotive. Io lo cerco quasi sempre, e adoro l'indefinitezza che offre molti spunti di lettura ed emotivi.
Ma la profondità di campo, da cosa dipende? "IO! IO lo so!! prof!!!" Pascale, dica pure, "dal diaframma!" Sono un somaro! ho sbagliato
la risposta, o per lo meno, non ho dato una risposta completa... Dipende sì dal diaframma di lavoro, ma anche dalla lunghezza focale.
Un 12 mm a f4 potrebbe anche essere usato senza focheggiare o quasi, tanta è la profondità di campo, mentre un 300 mm a f4 ha una
profondità di campo di ... non lo so, ci sono le formule per calcolarla, sempre calcolatrice & wiki per i volenterosi!
comunque è proprio piccola, nell'ordine dei centimetri...)
bene ora, tenetevi pronti a rianimare il vostro portafogli! perchè sto per dirvi che per avere una piena gestione della profondità
di campo, occorre avere obbiettivi molto luminosi, capaci cioè, di lavorare con dei diaframmi molto aperti... maggiore sarà il
diaframma di lavoro, minore la profondità di campo, e maggiore, hainoi, il numero di talleri da sganciare al nostro negoziante di fiducia....
Dimenticavo che ci sono anche le ottiche macro, le ottiche madcro sono obiettivi che hanno una risoluzione ed una nitidezza
paurose, oltre che alla capacità di riprodurre gli oggetti ingrandendoli. Per loro il discorso sulla PdC è un pò diverso, in macrofotografia,
è ridottissima! Per avere risultati accettabili bisogna chiudere molto il diaframma... Sorgono problemi di tempi di scatto e d diffrazione....
(della quale è meglio parlare un'altra volta, assieme a cosa la scelta del diaframma di lavoro produca.)
Bene, a questo punto è ragionevole lanciare nel mucchio altri due o tre concetti che sono interesanti circa gli obbiettivi, che sono:
la resa dello sfocato, e la nitidezza...
rapidamente, la resa dello sfocato dipende principalmente da quanto sia rotondo il buco che il diaframma crea quando si chiude.
Avete presente quando nelle caratteristiche degli obiettivi leggiamo la voce "7 lamelle"(solitamente sono 7... ) bene, quelle lamelle concorrono
a formare il buco attraverso il quale passa la luce. vi sono Obbiettivi blasonati che hanno un numero di lamelle impressionante, tale da formare
un foro perfettamente circolare... (naaa, non ci pensate nemmeno! Lasciate perdere, costano un botto!!!) bene, questo è il parametro che
maggiormente influisce sulla resa dello sfocato. Chiaramente vi sono parametri ottici, di qualità delle lenti, che però sono più difficile
da verificare, a meno che non vi affidiate al produttore delle lenti. Alcuni di essi producono obbiettivi che garantiscono la resa di questi
parametri, è il loro modo di vedere. (zeiss e leica ne sono l'esempio, ma non quelli delle compatte, eh! quelli sono obiettivi economicissimi...
pensate che un 50mm leica che si rispetti, il Summilux f 1,4 costa circa 2700 euro... secondo voi dal punto di vista della qualità che ha da
spartire con un obbiettivo leica montato su una macchina che costa in tutto che so, 500 euro? stessa cosa vale per i Zeiss montati sulle
compatte Sony. Mi dispiace, ma qualcuno ve lo doveva pur dire, anche perchè abbindolarci con una firma (perchè di sola firma si tratta)
per venderci una compatta puttosto che un'altra, mi sembra quanto meno scorretto da parte dei produttori.. sappiate, che sono buone, ma
io non credo che una sony con obiettivo zeiss renda meglio di una compatta pentax solo per l'obiettivo...

oh, ma non dovevamo parlare di rottura di regole? sono andato fuori tema...
beh, allora per parlare della rottura delle regole, io comincerei lanciando qualche concetto, poi vedremo se è il caso di approfondire
in seguito, ci state? eh? come? nessuna risposta... vabbè, chi tace acconsente, quindi...
Rottura numero uno: io e questi 3d, ma siccome sono iscritto da tanto, mi dovete sopportare..
Rottura numero due: lei (la regola dei terzi) potete anche cercare di indirizzare l'occhio di chi guarda applicando il fuoco selettivo e giocando con lo sfocato (uh! ma allora tutta la tiritera di prima aveva un senso.... meno male!) cioè, potete anche evitare di piazzare il punto di forza della foto (punto di forza= posto dove deve cascare l'occhio...) su uno dei "terzi" ma potete cercare di guidare l'occhio tramite la messa a fuoco su di esso, (messa a fuoco selettiva) a patto che l'obiettivo sfochi a sufficienza.
Rottura numero tre: Giocate con la luce! la luce se ben gestita (sisi, lo so che è una delle cose più difficili da fare...) permette di indirizzare lo sguardo... (è uno dei principi base del BN, l'occhio è attirato per sua natura dal bianco....)
Rottura numero quattro: Giocate con i colori... Stessa sola che con la luce, ma stavolta giocano i colori... (Pascale! stia buono! le foto a colori esistono già da tempo...)
Rottura numero cinque: Giocate con i tagli e le inquadrature, spesso si rompono tutte le regole compositive per non tagliare elementi a margine del fotogramma. Penso fortemente che, a meno che non facciate foto in cui prevale il rigore geometrico (still, foto architettoniche etc), qusto sia un errore, Se la foto deve comunicare, tagliate pure il soggetto al bordo, e fate in modo di guidare lo sguardo dove serve, dove ci stanno i concetti. Le persone intelligenti apprezzeranno, gli invidiosi criticheranno e molti perderanno un'ottima occasione per stare zitti evitando figuracce. So che è un pò forte come concetto, ma penso sia suffragato da anni di foto di quelli che definiamo "grandi maestri".Ah, una nota, circa le inquadrature, abbiamo parlato di inquadrature orizzontali, e verticali, ma essitono anche i tagli obliqui, beh, c'è chi sostiene che il taglio obliquo disturbi, altri sostengono che abbia valenza emotiva, boh! Se tagliate in obliquo, ricordatevi che l'occhio umano, quando si trova di fronte ad una immagine obliqua, cerca, linee verticali od orizzontali che siano parallele ai lati del fotogramma, si definiscono linee di forza. Da lì comincia la lettura dell'immagine, quindi, secondo me scattate pure in obliquo, ma cercate sempre una linea di "aggancio".

Ecco, io mi fermerei qui, anche perchè secondo me, la rottura non è stata solo delle regole...


Alberto.

lunedì 9 marzo 2009

Cane Canis....

"Il cane è estremamente variabile nelle sue caratteristiche biologiche, per via della selezione operata dalla natura (dalle zone di provenienza) e sopratutto dall'uomo (suo compagno di vita fin da ere preistoriche), in genere il peso può variare da 700gr ai 90 kg."

Ecco, a noi è capitato quello da (circa) sette chilogrammi. Bassina, orecchie lunghe e fluenti, carattere terrificante... Storia di una convivenza di cinque giorni con Liselotte, la bassottina del mio attempato Papà che si è assentato dalla scena per una scorrazzata in clinica per alcuni controlli.
Beh, strano a dirsi, ma per me, figlio di allevatori, fratello di allevatori, era quasi un vezzo dichiarare di non aver mai avuto in casa un cane... ed ora, quel burlone del destino me l'ha tirata! Per vari motivi, non voglio tediarvi con le robe di casa mia, ecco che ci siamo ritrovati per casa un robo del peso di circa sette chili, ma questo già lo sapete... passiamo alla descrizione del soggetto in questione:
Bassina, lunghina, orecchiuta, corredata di barba e baffi! una gran brutta donna dite voi? Un gran buffo cane dico io! Insomma, un cane salsiccia! Simpatico e dotato di un carattere incredibile.
Beh, ecco che Domenica lo andiamo a prendere a casa di una delle mie (numerose) sorelle, e ce lo portiamo qui, zompati in macchina, primo aspetto positivo, guarda che brava! Appena salita si è piazzata comoda comoda sul tappetino, ai piedi di Mari e non ha fatto ne bai ne cai fin a casa. Dopo pochi minuti di viaggio, ecco che Mari ed io ci guardiamo in viso e poi, simultaneamente, abbassiamo gli occhi alla ricerca della fonte dell'odore sgradevole che si stava impadronendo dell'abitacolo della nostra povera vetturetta.... Avete presente? Un misto di odore di grasso/cane bagnato e di nicotina (ebbene sì, oltre che figlio di allevatori, fratello di allevatori, sono anche uno scampato al morbo del fumo, a differenza di papà) beh, Liselotte ha pensato di condire il momento con un simpatico (e fumoso, era un freddo boia, quel giorno) sbadiglio, in modo da piazzare una bella ciliegina sulla torta di odori che si stava impossessando delle nostre Narici.
Viaggio al fresco, finestrino abbassato, giubbotto ben chiuso.
Arrivati a casa, ecco che Lise ed io facciamo amicizia sotto alla doccia, brindando con un'adeguata dose di bagnoschiuma. Ben profumati dunque cane e padrone, ecco che si è fatto tardi, prepariamo due toast per noi e piazziamo nella ciotola di Lise un adeguato quantitativo di croccantini. Scodinzoliamo letteralmente tutti, poi, eccoci alla prima passeggiatina, siccome siamo preparati, seguiamo alla lettera le indicazioni di mia sorella Giovanna, quella che alleva i cani, che si è premurata di spiegarci che ciò che entra dalla parte anteriore del cane, ha il pessimo vizio, dopo una serie di elaborati procedimenti biochimici atti a tramutare il prodotto in altra materia, di ripresentarsi dalla parte posteriore... il problema è di facile soluzione: va affrontato corredati di guinzaglio e sacchetto. Eccomi in strada a sgambettare bel bello dietro al topaccio travestito da cane (credetemi, lo dico in tono affettuoso!) beh, siccome per Lise la città è un'esperienza quasi nuova, meglio non stressarla troppo, ed eccomi, perfettamente calato nei panni del proprietario medio di cani cittadini, ad arrancare dietro a Lise riflettendo su come sia possibile che con zampe così corte come le sue, sia possibile andare a quella velocità senza nemmeno tirare fuori la lingua, a differenza dell'individuo che sta dall'altro capo del guinzaglio... Che sono IO! Sob! sono proprio giù di allenamento, inghiotto la mia lingua oramai felpata nel tentativo di darmi un contegno, e decido di risolvere il problema con un adeguato quantitativo di sudore.
Finalmente, dopo ben 45 minuti a passo di marcia forzata, alleviati da qualche breve pausa per soddisfare qualche esigenza idrica, ecco che Lise si ferma... abbassa il posteriore, si concentra, e con aria molto compita e dignitosa, piazza il bioprodotto giornaliero con fierezza, e poi, con fare da "Conosciuti e Lasciati" riparte a velocità smodata, lasciandomi appena il tempo di insaccare la situazione per buttarla in maniera altrettanto dignitosa nel primo cassonetto che trovo Bleach! Ma che volete farci, sono un proprietario di cane civile, io!
Arriviamo a casa, Nanna per tutti. Serena, fino al mattino seguente, quando mi rendo conto che la rumba di ieri sera non era un brutto sogno, ma l'inizio di un tran tran abbastanza intenso che si compone di ben tre passeggiate al giorno, mattina, dopopranzo e dopocena... Più che passeggiate, visto il temperamento del mio motore a trazione animale, mi pare più adatto definirle Chilometro lanciato, sisi, la bestiolina corre e tira, tira e corre... ed il sottoscritto, al traino, non può fare altro che tentare di tenere il passo e schivare i bioprodotti dei cani altrui. Eh, sisi, soprattutto perchè la Lise, nei suoi giretti, seppur andando a velocità vorticosa, non si fa mancare nulla! Annusa tutte le pipì che torva per strada... segue qualche traccia Mugolando ed abbaiando a bocca chiusa, e poi, siccome l'istinto è l'istinto, si dirige con sicumera verso i luoghi adatti per depositare il punto dolente della passeggiata, così come hanno fatto tutti gli altri cani del quartiere... In breve, mi trovo al volante di una invasata bassina che va a razzo in un vero e proprio campo minato. Minato? Minato sì! Sapete, ho scoperto come mai tanti evitano di raccogliere i depositi dei propri cani lasciandoli alla mercè delle suole degli imprudenti che si avventurano in quei luoghi portandosele via! Nota mentale: Evitare le scarpe con la suola carroarmato, le Geox sono vietate, per evitare lunghe operazioni con lo stuzzicadenti per smunire i fori che dovrebbero far respirare i miei piedi. Viva le suole Lisce!
Stop!
Sosta.
Sacchetto (bleach)
Cassonetto
Via di corsa!
Strane dinamiche quelle del mondo canino. Strane perchè scopro presto che dentro ai miei sette chilogrammi di cane, si nasconde, in realtà, un mastino.
Eccome, non ci siamo proprio fatti mancare nulla, dal punto di vista delle discussioni, più l'interlocutore era grosso, più era divertente ringhiare, abbaiare e latrare, tendendo il guinzaglio al limite, quelli piccoli me li mangio in un sol boccone! Anzi, quasi abbaio impegnandomi al livello minimo sindacale, troppo facile con loro!
Dunque, vediamo... male alle gambe, sacchetti, tutto regolare, il nostro tempo è scandito dai nostri ritmi oramai canini, e in fondo, mica male avere un cane per casa, quando poi è così simpatico.... considerando che l'aiuto di Mari si è rivelato più che prezioso, in fondo, poter dividere il fiato corto ed il male alle gambe con qualcuno, è molto bello.
Ed ecco che ieri sera, quando abbiamo già sbrigato tutte le nostre faccende, comprese quelle sacchettifere, eccoci tutti e tre belli belli sul divano a guardare la TV quando ecco che Lise comincia a sleccazzare un piede a Mari, per arrivare ad un vero e proprio balletto copulatorio con la sua gamba....
Ecco che un sospetto diviene evidente realtà, la nostra bimba ha le "sue cose". Ed eccoci, novelli mamma e papà, preoccupati per la nostra bimba che, per la prima volta da quando è con noi, ha le sue cose... "Sarà meglio dare un colpo di telefono a Giovanna?" sisi, appena trovo un minuto le dico qualcosa... ma insomma, in fondo, è normale, no? è la natura che fa il suo corso.
Eccoci qui, abbiamo raccontato, al passo di Lise, questo pezzetto di vita che abbiamo condiviso, Pappe, camminate, sacchetti (bleach! scusatemi, ma non mi abituerò mai...) divano grigi e pavimenti sporchi. Ora siamo alla fine, domani Lise torna a casa dal mio papà, e non nascondo che sia Mari che io siamo un pò tristi all'idea. Pazienza, così vanno le cose.
Ciao Lise! è stato bello. Tanto.

Come? OPS!
Guinzaglio, sacchetto, scarpe con le suole lisce... scusate, magari ci sentiamo tra un chilometro!